WEN – QUANTI SIAMO – Tutti contro tutti – Giovanna Ristori

Tutti contro tutti
Ormai è guerra. Innescata da un nemico invisibile che
piano piano ci ha rivoltati tutti, fino all’incredibile. Ci ha
spogliati, ci ha fatto aprire gli occhi, ci ha messi davanti
allo specchio e ci ha fatto togliere i fiocchi. E se finora ci
sono state delle lotte trasversali fra i vari strati di figure
sociali, oggi siamo alla battaglia finale, ovvero è
lentamente iniziato, inesorabile, lo scontro
generazionale. Infatti se prima si leggeva di diatribe
feroci di pigri contro zelanti atleti, di possessori di
animali contro amanti dell’igiene sui viali, di studenti
contro professori intransigenti, di falliti contro
lavoratori affermati, di atei che contro un Papa solo e
immenso si son scagliati, ora siamo arrivati allo scontro
epocale, essendo iniziata l’ultima battaglia decisiva,
quella generazionale.
Ad innescarla è bastato ribadire quanto già stabilito a
mo’ di concessione dal popolar partito, ossia l’ovvietà
legalizzata, secondo cui anche i bambini possono fare
una breve passeggiata, possono uscire di casa a
prendere un po’ d’aria, corredati di buon senso e di ogni
tipo di cautela. Ecco, questa è stata la freccia amara per
veicolare l’odio di giornata verso una nuova,
inaspettata, quindi ancor più appetibile meta; poiché se
verso gli altri argomenti il livore si era sopito, perché
dopo tanto sprecar parole anch’esso era finito, davanti
a questa nuova prospettiva di vomitare veleno, con la
scusa onnisciente dell’invettiva intelligente, i più
stremati da questa eccezionale situazione (nonché dal
loro percorso di vita), si sono scagliati lanciando dardi
infuocati verso quelli che son stati i primi a darci un
esempio, e che non si sono mai ribellati a questo
universale scempio: i bambini.
I quali, più di tutti perché fiduciosi in noi adulti e del
mondo ignari, hanno accettato questa situazione con
incredibile responsabilità e sommo spirito di
abnegazione e ci hanno dato un’alta lezione sul fatto che
essi sono un problema, non certo per la società di cui
sono la base per il prosieguo dell’umanità, quanto per
chi non ce li ha o, peggio, per chi, ad esser bambini, non
si ricorda come si fa.

Giovanna Ristori

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