È arrivata la bella stagione. Dopo tanta pioggia e gelo, il tempo si è rimesso al bello: rondini sui tetti, alberi e cespugli fioriti, temperatura gradevole.
Ah, che meraviglia starsene in panciolle seduto al sole. Allungo le gambe davanti a me per accomodarmi meglio. La camelia accanto al garage è un trionfo di fiori amaranto con le punte che sfumano in un bel bianco panna. L’occhio cade sul prato sottostante. Inizia ad essere lunghetto. Guardo l’orologio: tra mezz’ora dovrò rientrare al lavoro, tuttavia sarebbe un attimo accendere la falciatrice elettrica e dare una veloce passata. Sbadiglio e chiudo gli occhi. Sì, ancora un attimo, poi lo faccio. Invece mi appisolo e non concludo niente.
Ieri ho fatto tardi al lavoro, mannaggia!

Devo stare attento, tira una brutta aria. Se la produzione non riprenderà ai ritmi pre-pandemia, qualche testa verrà tagliata, blocco dei licenziamenti o meno. Alcuni miei colleghi sono già stati fatti fuori grazie all’accordo con i sindacati.
Mangio in fretta due spaghetti al burro, per rispondere al richiamo del sole più invitante del canto di una sirena.
Con questo calduccio si starebbe proprio bene al mare! Mi abbandono sulla sedia, abbasso le palpebre e in un battibaleno sono a Calafuria, vedo gli scogli patti, lo storico castello che si erge a picco sul mare, sento gli schizzi d’acqua salmastra sulla faccia durante la mareggiata. Sorrido beato, mentre osservo l’orizzonte, con i cavalloni che montano al largo per poi infrangersi schiumosi contro la costa rocciosa e mi riempio i polmoni di quest’aria pura.
Ieri mi sono addormentato ancora, meno male che avevo messo la sveglia e sono arrivato puntuale lo stesso. Sono troppo belle queste giornate di sole per sprecarle tra quattro mura,
Per oggi ho comprato un tramezzino che mangerò in giardino. Con questo Covid 19 e la minaccia “Zona Rossa” che pende costante sul capo, è bene non sprecare neppure un attimo passato all’aperto.
Poso il cellulare sul tavolino accanto alla sedia, controllo che la sveglia sia inserita e mi abbandono all’abbraccio caldo del sole lasciando che mi porti lontano, verso paesi esotici, terre inesplorate e bellissime.
Siamo neanche a fine mese e la mia ex moglie ha già iniziato a battere cassa: il bambino ha bisogno dell’apparecchio nuovo per i denti, ha le scarpe da ginnastica rotte, c’è un tubo che perde e deve chiamare l’idraulico. Guardo il mio estratto conto on-line e mi passo le mani nei capelli. Cazzo! Dove li trovo tutti questi soldi? Non riesco a mettere da parte più niente.
Sono anni che non posso permettermi un solo giorno di vacanza.
Con la pandemia in corso poi, figuriamoci! Anzi, ripensandoci mi ha anche fatto comodo, altrimenti con la scusa del piccolo, avrei dovuto pagare le ferie a entrambi.
Non che avverta mio figlio come un fardello, questo mai, però tutto è diventato così difficile.
Prima riuscivo a tamponare le spese extra con gli straordinari e qualche lavoretto saltuario, adesso con il solo stipendio vorrei farcela, ma non ci riesco.
Mi toccherà chiedere un altro anticipo sul T.F.R., finché ci sarà, comunque io e Anna dovremo parlare, la situazione è cambiata e all’orizzonte non ci sono miglioramenti. Dovremo stringere la cinghia tutti quanti.
A questa prospettiva, mi viene da guardare fuori.
Che bella giornata!
Sorrido e come un automa esco in giardino, mi accomodo sulla sedia e socchiudo gli occhi.
Sì, parlerò con Anna.
Domani.
Lascio che il sole mi avvolga e mi rassicuri, portandomi lontano da tutti i problemi e da una realtà che mi delude.
di Laura Gronchi