Inizio questa nuova recensione, ricordando che da qualche tempo, ricevo richieste di recensione da parte degli scrittori stessi. La qual cosa ovviamente mi rende estremamente orgogliosa. Dopo di che, mi scuso con gli scrittori se non riesco a scrivere celermente recensioni dei loro libri. D’altraparte, prima di tutto devo pensare alla pagnotta, cioè al mio lavoro. In ogni caso, in questo caso il tutto è iniziato per caso. Io e Laura ci siamo conosciute in occasione di un’attività di volontariato dedicata ovviamente ai libri. Tra una chiacchera e l’altra, Laura mi racconta che scrive e io Le chiedo se le va di farmi leggere qualcosa. In men che non si dica mi invia la sinossi del suo romanzo e addirittura la copia gratuita del suo romanzo. Letta la sinossi, cioè la storia di una ragazza disabile ai giorni nostri, i miei neuroni si addormentano. Ovvero, penso: vai eccoci all’ennesimo libro buonista, alla storia della poverella sfigata che si emancipa e tutti vissero felici e contenti. Mi sovviene la serie di romanzi di Ferrante dedicati all’ “amica geniale”. Lo so, sono pensieri tremendi ma faccio notare che: in una società meschina, banale e scontata come la nostra; in una società omologata e piegata al vile denaro; in una società di manichini senz’anima è davvero arduo trovare tracce di bellezza e creatività! Possiamo ringraziare la mitica globalizzazione di tutto? Possiamo ringraziare la tecnologia di questo appiattimento umano e intellettuale? Lascio a voi la risposta. Vi posso soltanto dire che se non leggo quasi mai romanzi ambientati nell’oggi, è anche per tutti i motivi riportati. Quindi, con estrema pigrizia, inizio la lettura del romanzo e, non nego, che l’incipit sembrava la solita introduzione invece….invece poi il ritmo diventa incalzante, la lettura scorre, la vicenda anzi le vicende narrate prendono forma senza annoiare mai il lettore. Si capisce bene che Laura è toscana per quello spirito ironico e per l’uso del lessico. Che cosa colpisce di questo romanzo allora? Alcune cose le ho già dette, ma forse è bene sottolineare che il libro ripercorre alcuni topoi tipici del romanzo moderno senza annoiare, anzi trasmettendo una verve che raramente riscontro negli scrittori odierni. C’è una vitalità e una vivacità che non ti aspetti. Soprattutto, perché la protagonista, sarà pure sorda, ma coglie benissimo tutte le sfumature dei condomini presso cui lavora. Ovviamente inutile dire che la protagonista riesce a conquistarci con la sua simpatia e ironia mordente. Laura riesce con leggerezza a non scadere mai nella banalità. Quindi ben vengano libri come questo. Infine, speriamo di leggere ancora romanzi dell’autrice.

di Gabriella Zonno