L’altro me
Mio opposto
Niente di più
differente e uguale
Individui completi
Condividui sinergici
Ingranaggi che
si addentano
senza farsi male
‘Dai, su, presto…
combaciami!’

(cristinascrigna)
L’altro me
Mio opposto
Niente di più
differente e uguale
Individui completi
Condividui sinergici
Ingranaggi che
si addentano
senza farsi male
‘Dai, su, presto…
combaciami!’
(cristinascrigna)
La vita,
la necessità,
lo sguardo rivolto
solo dentro,
e quella fortunata
sovrapposizione
si cambia in
urgenza
di ampio spazio.
E, per paura
di ferire,
si accetta di mutarsi
in abitudine
che poi
con nostalgia
si perde
a poco a poco.
(cristinascrigna)
Disperante amore,
conoscersi a memoria
mirando in modo esatto
a ferite antiche
con parole incendiarie
mai più estinte.
Comunque amandosi,
dilaniare le intenzioni
per provare a rivivere
morendo a poco a poco.
Troppo differenti
per restare vicini
Troppo vicini
per restare indifferenti.
(cristinascrigna)
Siamo gli Snob, con pedigree accertato,
tutti rifatti abbronzati fashion-sciatti,
coi SUV e nelle scuole blasonate,
emblemi della ‘casta’ in cui nasciamo.
Distinti da voi rozzi popolani
noi diamo ai nostri figli tripli nomi,
di eroi di antica fama o nobiltà,
più quelli di città o costellazioni.
Col gesto circolare della mano
scacciamo le sgradevoli intrusioni.
Un sopracciglio alzato o un lieve cenno,
ed emaniamo chiare intimazioni.
A denti stretti e con sorrisi finti
ci autocelebriamo compiaciuti.
Parlando sottovoce ad occhi freddi
facciamo sentir gli altri inadeguati.
Or voi…inferiori…inetti fantozziani!
Portatevi da sudditi beoti,
sentendovi onorati di servirci
e che così non resterete ignoti!
Se vi facciamo tanto lavorare
è per ‘nobilitarvi’, dice il detto.
Avrete degli avanzi, un letto e un tetto.
Crescete quindi i figli che incubiamo!
di Cristina Scrigna
Sul Grande Fiume
una Nazione prigioniera piange
E ‘va con il pensiero’
alla sua vita persa
al suo Dio Immenso
ad una libertà svanita
Solo struggendosi
per la sua mancanza
potrà apprezzarne
la restituzione.
Sul Grande Fiume
un dittatore sta con tracotanza
Egli deride, schiavizza,
uccide, spadroneggia
Ci penserà l’Immenso
ad umiliarlo
riducendolo ad una
nullità col Suo
sarcasmo.
Ma quando tutto ciò
diverrà Storia,
e apparterrà quindi al passato,
sarà servito a poco
perché comunque
destinato, nel futuro
in tutti i suoi passaggi,
a replicarsi.
di Cristina Scrigna
(dal Libro di Daniele, capitolo 4)
Storia del Nabucco e del popolo di Israele come metafora della perdita della libertà dovuta ad una Superbia cronica che non ci fa imparare alcuna lezione, né a livello collettivo né a livello individuale.