Chiara Sardelli legge “Veli” di Maurizio J. Bruno

Scritto in una prosa scorrevole e accattivante, “Veli” è l’ultimo romanzo di M.J. Bruno. L’autore ci trasporta in una Roma affascinante e sensuale, nonostante la vita caotica che vi si svolge. La città fa da sfondo alle vicende di due eroi dei giorni nostri: Sergio, ingegnere dell’ESA e Sandra, una giovane storiografa che perfeziona il proprio stage presso la Biblioteca Vaticana. I due si ritroveranno implicati in un’avventura dinamica e strabiliante da cui potrebbe dipendere l’equilibrio tra le potenze mondali e i blocchi anche politici che governano il nostro mondo. L’abilità dell’autore è di rendere godibile la storia circondando i protagonisti di una miriade di personaggi minori che ci riportano con i piedi per terra, rendendoci chiaro quanto di inatteso e di magico possa intromettersi nella soluzione dei problemi quotidiani. Anche quando la soluzione è alla portata delle persone comuni. Così le vicende delle altre ragazze che condividono con Sandra l’appartamento, lungi dall’essere relegate a semplice contorno, acquistano una loro dignità e il lettore si appassiona e fa il tifo per l’happy end, attratto nelle pagine da cui non vorrebbe staccarsi.

Parimenti, nel raccontare la vita lavorativa di Sergio, originale e attrattivo è il tema dell’esercizio del potere, di come si forma e si cimenta la squadra, dello stile di management che il capo emana e da cui dipende concretamente la relazione che egli intrattiene con gli altri, suoi sottoposti. Vibrante di brio e carica di passione è la voce narrante che si ferma a raccontare gli amori che dànno spessore ai personaggi e colore alla storia.

Peccato che il viaggio della navetta Sky Rider su Marte rimanga confinato al ruolo di occasionale impulso per la competizione che si ingaggia con i cosmonauti cinesi. Certo l’abilità dello scrittore che si è affermato con le proprie storie, nell’ambito della fantascienza, avrebbe nuovamente spiccato. In compenso, in questo romanzo, egli si misura con il thriller storico, dando vita a una trama ben congegnata, consegnandoci un convincente e carismatico ritratto del Principe di San Severo incappato nelle pericolose grinfie della Inquisizione romana

Chi mi accompagna

Maurizio J. Bruno, nato in Piemonte ma cresciuto e formatosi in Campania, è un ingegnere elettronico che dedica la maggior parte del suo tempo al suo lavoro di manager in un’importante azienda produttrice di sofisticati apparati elettronici ed elettromeccanici. Negli anni Novanta ha ideato “Il Rifugio degli Esordienti”, un sito internet che ha offerto un riferimento costante per tutti gli autori alla ricerca di un editore. Agli inizi del 2000 ha dato poi vita all’associazione DANAE per la distribuzione autonoma e nazionale delle opere degli esordienti.
Con Tabula fati ha pubblicato le avventure intergalattiche “EDEN”” e RALF” e il saggio, molto apprezzato, “ll filo d’inchiostro” scritto in collaborazione con Piera Rossotti Pogliano.

di Chiara Sardelli

RAIMONDO DI SANGRO E LA SPEDIZIONE SU MARTE – Maurizio J. Bruno letto da Carlo Menzinger

Veli - Maurizio J. Bruno | GoodBook.it

Ed eccomi alla lettura di un terzo romanzo dell’interessante autore partenopeo Maurizio J. Bruno: “Veli”. Già avevo molto apprezzato “Eden” ((Edizioni Creativa, 2008; Tabula Fati, 2016), un romanzo di fantascienza che parla del ritrovamento di manufatti umani su pianeti appena scoperti, e gradito la lettura della spy-story fantascientifica “Ralf” (Taurus Editore,1999; UNI Service. 2008; Tabula Fati, 2020), ma credo che “Veli” (Solfanelli, 2017) sia il migliore dei tre.

Questo romanzo mescola sapientemente tre storie, funzionali tra loro: la prima missione umana su Marte, la ricerca di documenti perduti relativi a Raimondo di Sangro e la storia d’amore tra i due protagonisti, lui ingegnere dell’ESA, impegnato a risolvere i problemi dell’astronave in una corsa contro il tempo per consentire agli europei di arrivare sul pianeta rosso prima dei cinesi, lei una storiografa alle prese con un segreto ritrovato scientifico del celebre studioso napoletano.

A farmelo apprezzare forse c’è anche un interesse soggettivo e personale, sia verso i tentativi di colonizzazione dello spazio, sia verso la figura di Raimondo di Sangro di San Severo, uno dei miei antenati dalla biografia più suggestiva.

Al di là di questo, però, credo che si debba oggettivamente apprezzare questo romanzo per la cura con cui le tre storie, in apparenza inconciliabili, siano fatte convergere, in un intreccio avvincente, mai scontato e quanto mai articolato, ulteriormente arricchito da episodi di spionaggio e tradimenti.

Se a metà romanzo, sospettavo che l’autore avrebbe fatto sì che il protagonista trovasse la soluzione ai problemi di tenuta termica dell’astronave ricorrendo alla scienza settecentesca del principe di San Severo, più ardua mi appariva la sua impresa di trovare un modo per consentire alla recente storia d’amore tra i protagonisti di sopravvivere a tante vicissitudini, ma Maurizio J. Bruno riesce a sviluppare per ogni cosa una soluzione brillante. Così brillante che mi sono quasi chiesto se la risolutiva invenzione di Raimondo di Sangro non fosse del tutto frutto della fantasia, sebbene non ne avessi avuto notizia, ma, almeno da una ricerca veloce che ho appena fatto, temo che la tecnica descritta non possa essere un merito da attribuire a questo antenato, già celebre per aver inventato, tra le altre cose, la tela impermeabile, anche se, comunque, considerarlo solo un alchimista sarebbe riduttivo e i suoi meriti restano tanti. Se mai riuscirò a scrivere la storia della mia famiglia, penso che non potrò non citare questa mia lettura, così come “L’uguaglianza delle ossa” di Vincenzo Sacco, che pure parla di questa figura innovatrice.

di Carlo Menzinger di Preussenthal

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora