Ada Ascari legge: “Le ragazze di Sanfrediano” di Vasco Pratolini

Se all’inizio questo romanzo di Pratolini potrebbe sembrare un racconto leggero e scanzonato sulle avventure amorose di un bel ragazzo “giovanotto dalle belle ciglia” andando avanti nella lettura via via si rivelano le sotto tracce di una storia che rivela molti piani di lettura.

Intanto i personaggi, non c’è solo il bel Bob, al secolo Aldo, equilibrista rubacuori di tutte o quasi le ragazze del quartiere; ci sono le ragazze stesse, una diversa dall’altra a formare un campionario di caratteri dentro corpi giovani e freschi, bionde, brune e rosse con gli occhi di madonna e le “mani bianche di latte, con le dita lunghe, affusolate. Mani che escono miracolosamente dalle insidie dei cento mestieri a cui si applicano“.

C’è Tosca, la guerriera, pronta a combattere per tenersi stretto l’uomo che ha scelto, ma che non esita a ordire contro di lui la più crudele delle beffe.

C’è Silvana, la prima, ormai abbandonata, ma sempre sulla breccia, ormai fidanzata con l’amico Gianfranco, con cui il nostro belloccio viene alle mani. Ferite d’onore…

C’è Mafalda che disillusa dalle incertezze del suo spasimante diventa ribelle e comincia finalmente a divertirsi.

C’è Gina, l’unica che gli si è concessa e che per dispetto sta per sposarsi .

Ci sono poi Bice e Loretta, quasi comprimarie, ragazze che come tutte si sono fatte affascinare da bello del quartiere.

I personaggi però non sono i soli protagonisti del romanzo di Pratolini, dalle pagine del libro balza fuori vivo e pulsante di vita il quartiere di San Frediano, l’ultimo baluardo del popolo in una città nobile e aristocratica che si stende subito di là dai ponti che superano l’Arno e divide la città.

Il rione di San Frediano è un vero e proprio protagonista, popoloso, abitato da gente vera occupata in mestieri anche umili, ma che fanno autentiche le persone, che si urlano da finestra a finestra e in cui ognuno sa tutto di tutti.

È in questo clima che si snodano le vicende amorose di Aldo/Bob, dapprima in un clima scanzonato, poi si fanno avanti i sospetti delle belle, specialmente di Tosca che si fa capofila per mettere alle strette lo spasimante di tutte.  La guerriera arruola tutte le altre e le convince che per il bene di tutte va fatto confessare al reprobo chi è la prescelta.

Nel momento in cui sembra che al Giovanotto vada tutto bene ecco che la congiura prende corpo.

È qui che il romanzo cambia registro e da leggero racconto della vita in San Frediano, tra baci e appuntamenti, si trasforma in una vicenda diversa che si conclude in un modo totalmente inaspettato.

In tutto il romanzo corre un linguaggio popolare e sfrontato, il tono è scanzonato anche nei titoli dei capitoli, la scrittura è cinematografica, più da sceneggiatura che da prosa narrativa. D’altronde Pratolini è stato anche sceneggiatore. Il linguaggio è spontaneo ed emergono dai dialoghi molte frasi in vernacolo, compresa la frase finale che marchia in modo indelebile Bob. “Questo, figliole, questo è il lilli di un bambino!”

Altro piano di lettura da far emergere nella trama è l’educazione amorosa di Bob che da farfallone immaturo è costretto a scontrarsi con la volontà delle ragazze che lo costringono a crescere e ad assumersi le sue responsabilità, tutto con sullo sfondo la storia di una Italia appena uscita dalla guerra e impegnata a ricostruire il paese.

Autore: settanta e +

alter ego

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