WEN – FRATELLI – Mio fratello non mi somiglia – Carlo Menzinger

MIO FRATELLO NON MI SOMIGLIA

Mio fratello non mi somiglia in nulla, ma c’è in lui qualcosa che mi dice che abbiamo delle radici comuni, che non siamo così diversi come sembra. Ci vogliamo bene, forse perché siamo sempre stati una famiglia unita, forse perché certi legami di sangue hanno comunque un significato.

Io sono il maggiore e quando lui è nato avevo sei anni. Pare che all’inizio fossi molto perplesso ad avere un fratello così strano. Forse ero anche un po’ geloso, perché tutti venivano a vederlo e dicevano che era un vero prodigio, che la sua esistenza era una sorta di miracolo della scienza. A me sembrava solo brutto e grosso. I nostri nonni non avrebbero mai pensato di poter avere un nipote simile, ma purtroppo non erano con noi quando è nato e non ne hanno mai saputo nulla. Non me li ricordo. Abbiamo dovuto lasciarli a casa quando siamo fuggiti. Non c’era posto anche per loro a bordo. Ricordo solo che la mia mamma piangeva e non capivo perché. Io ero contento di quel viaggio incredibile. Avrebbe dovuto esserlo anche lei, pensavo.

Sono un ragazzo caucasico, dalla pelle chiara e dai capelli castani che tendono al biondo.  Certo sono diverso dai miei nonni russi. I miei genitori per scendere qui su Fruchtbar hanno dovuto accettare di ricevere alcune mutazioni genetiche che gli consentissero di sopravvivere su questo pianeta così vitale ma tanto diverso dalla Terra. Non era solo una questione di respirare un’aria diversa o nutrirsi di cibi differenti. Fruchtbar è un pianeta intelligente, in simbiosi con tutte le sue creature, e non accetta il DNA terrestre. Io ho ereditato da loro questi geni mutati. Un ragazzo della Terra, se ce ne sono ancora, noterebbe di certo che non sono come lui, dice mio padre, ma non avrebbe dubbi sul fatto che io sia umano.

Mio fratello, invece, beh, sarebbe difficile scambiarlo per un ragazzo russo. Credo, anzi, che se si fosse aggirato per le vie di Mosca, dove vivevano i nonni, la gente sarebbe scappata vedendolo.

Non tanto per i suoi capelli verdi, pare che alcuni ragazzi se li tingessero di vari colori. Il fatto è che i suoi somigliano piuttosto a una criniera e sono formati da cose simili a piume lunghe e sottili. C’è poi il suo busto che sporge da un corpo con sei zampe, motivo per cui quelli come lui li chiamiamo Centauri. Questo dovrebbe farvi capire quanto poco sia simile a me. Quello che lo rende una sorta di mostro agli occhi degli umani credo siano soprattutto le sue dimensioni. Dice mio padre che è lungo come due ippopotami, dei buffi animali che vivevano immersi nel fango. Tutto sommato un ippopotamo ha un’aria più umana di mio fratello, con quel suo enorme muso da formica con una mascella e due mandibole.

Qui su Fruchtbar ce ne sono altri come lui e io sono fiero di essere suo fratello, perché, così dicono, lui e gli altri Centauri sono il futuro dell’umanità. Solo grazie a queste modifiche genetiche gli uomini potranno davvero diventare abitanti di questo mondo su cui abbiamo avuto la fortuna di rifugiarci fuggendo dalla Terra morente. Fruchtbar è un mondo florido ma ricco di creature pericolose. Mio fratello è fatto per sopravvivere qui. Vorrei tanto essere come lui.

Centauri, gli uomini-cavallo tra mito e folklore - laCOOLtura

di Carlo Menzinger di Preussenthal – racconto per la saga “Fruchtbar“.

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